lunedì 28 marzo 2011

AK 4 - Gli alieni esistono (Adam Kadmon)

domenica 27 marzo 2011

Perché correndo muoviamo le braccia?

Il movimento delle braccia, che c’è anche quando camminiamo e non solo nella corsa, ha una funzione di bilanciamento. La loro oscillazione è involontaria e fa sì che il braccio destro si muova in sincronia con la gamba sinistra, e il braccio sinistro con la gamba destra. Questo riduce al minimo lo sbilanciamento del corpo in un senso o nell’altro e così l’apparato muscolare può correggerlo più facilmente. 

Slancio. Inoltre, l’oscillazione delle braccia mantiene il baricentro del corpo attorno alla propria posizione equilibrio e perciò l’organismo spende meno energia per muoversi, Nella corsa, poi, lo slancio alternato delle braccia aiuta nel movimento trascinando per inerzia tutto il corpo.

Che cosa significa la sigla Url?

E’ l’acronimo di Uniform resource locator. In pratica è un indirizzo, paragonabile a quello postale, utilizzato in Internet, che identifica la pagina Web dove si trovano le informazioni che si stanno cercando. Un Url è composto da un indicatore di protocollo (http://), dal nome dell’host (per esempio ricetteregionalionline.com) ed eventualmente dal nome della directory (/esempio) e dal nome del file (/index.html).

venerdì 21 gennaio 2011

Perché le Pagine Gialle si chiamano così?

Le Pagine Gialle sono nate un secolo fa negli Usa (Yellow Pages) e si trovavano in fondo all’elenco telefonico alfabetico. Il giallo serviva ovviamente per distinguerle. Di lì si sono diffuse in tutto il mondo (in Italia sono arrivate nel 1966).

E’ autentico il manoscritto di Voynich?

Il manoscritto, che prende nome da Wilfrid Voynich, un antiquario che lo acquistò nel 1912, è un codice di 234 pagine illustrate e scritte in un linguaggio o in un codice del tutto sconosciuto. Voynich lo portò in America cercò di decifrarlo. Allegata al libro, c’era una lettera che segnalava come il manoscritto fosse stato scritto da Ruggero Bacone, un frate francescano scienziato e filosofo vissuto tra il 1214 e il 1294. Nel corso degli anni, qualcuno ha indicato l’autore in Giordano Bruno, altri (confondendo il cognome Bacon di Ruggero Bacone) nel filosofo rinascimentale Francis Bacon. Fino a oggi, comunque, tutti i tentativi di decifrazione del manoscritto sono falliti. 

L’ultima parola? Gordon Rugg, un ricercatore della Keele liniversity (Inghilterra) che lo ha analizzato, è giunto alla conclusione che è possibile ricostruire le caratteristiche linguistiche del manoscritto usando tecniche crittografiche note all’epoca elisabettiana, suggerendo che si tratti di un falso cinquecentesco, realizzato dall’avventuriero Edward Kelley.

Di che cosa è fatta la polvere?

E’ composta di frammenti di sostanze che si staccano da tutto ciò che è presente nell’ambiente. In una stalla, per esempio, sarà fatta di particelle di paglia, terriccio, granaglie, peli di animali e persino scagliette di latte, se ci sono mucche da mungere. Nella polvere di un altoforno, invece, si troveranno ceneri e metalli. Questo spiega perché una persona può essere allergica alla polvere di un ambiente e non a quella di un altro. La causa dell’allergia, infatti, non è la polvere in se stessa, ma una delle sostanze di cui è composta. 

Polvere di merluzzo. In Norvegia, per esempio, è diffusa un’allergia alla polvere che è in realtà allergia al merluzzo, che in quel Paese viene conservato in casa. La polvere ha però anche una funzione positiva: se non ci fosse, le piogge sarebbero molto rare, perché i granelli fungono da centri di condensazione per le gocce. E i tramonti non sarebbero così colorati: è la polvere sospesa nell’atmosfera che, deviando i raggi del sole con angolazioni diverse, dipinge il cielo.

Esistono automobili volanti?

Il progetto più simile a una macchina volante è probabilmente la Skycar modello M400 sviluppata dalla Moller, un’azienda che ha sede in California. Si tratta di un veicolo a 4 posti poco più grande di una normale vettura da strada, che però è in grado (anche) di volare a 600 chilometri all’ora e fino a un’altezza di 10 mila metri, decollando e atterrando in verticale. Le sue quattro coppie di motori sviluppano 960 cavalli di potenza e le consentono un’autonomia di quasi 1.500 km. 

“Costosetta”. La Skycar non esiste solo sulla carta: il prototipo (funzionante) è stato realizzato ed è in attesa della certificazione da parte della Faa, l’ente americano per la sicurezza del volo. Per acquistarla, quando si arriverà a produrla in serie, occorreranno circa 70 mila euro.

Perché molti asciugamani hanno un lato ruvido e uno morbido?

Il lato morbido viene reso tale “rasando” il pelo con una macchina. Lo si fa essenzialmente per ragioni estetiche, perché sembri più liscio. E’ questo il lato su cui sono stampati o ricamati eventuali disegni e che la maggior parte delle persone espone sul portasciugamani del bagno. Il lato a pelo lungo, tuttavia, è più assorbente. Secondo i produttori, però, la moda sta cambiando: oltre il 90 per cento degli asciugamani prodotti oggi ha entrambi i lati ruvidi.


Quanto si può resistere sepolti vivi?

Non più di qualche minuto. La convinzione che dopo essere stati seppelliti in una bara sotto due metri di terra si possa rimanere vivi per ore o giorni è solo una leggenda urbana, alimentata da una delle nostre più grosse paure. Per sfatare questo falso mito, in una trasmissione di Discovery Channel un uomo si è fatto rinchiudere in una cassa d’acciaio dotata di un sistema di monitoraggio per l’aria. L’esperimento ha dimostrato che l’aria è diventata rapidamente irrespirabile a causa dell’anidride carbonica prodotta dalla respirazione. C’è comunque chi ha pensato di guadagnarci. Un cimitero di Santiago del Cile offre un servizio molto speciale: un sistema di sensori pronto a segnalare qualsiasi movimento sospetto del caro estinto una volta sotterrato. Diverso è il caso dell’illusionista David Blaine, che nel 1999 si è fatto rinchiudere in una bara di plexiglass e seppellire a 2 metri di profondità (sotto una vasca piena d’acqua perché passanti potessero vederlo) a New York. La bara aveva un tubo per la respirazione, e Blaine ha resistito sette giorni alimendosi con solo 4 cucchiai di acqua al giorno.

Come mai battiamo le palpebre?

Gli occhi sono costituiti da tessuti molto delicati, che contengono un’alta percentuale di acqua. Quindi c’è la necessità di mantenerli umidi, per evitare che si inaridiscano e si danneggino. Per questo le ghiandole lacrimali secernono di continuo un liquido, le lacrime, che mantiene l’occhio lubrificato e lo difende dai germi grazie a un alto potere disinfettante. 

Tergicristallo. Le palpebre, che sono attivate da muscoli in grado di contrarsi indipendentemente dalla nostra volontà, hanno la funzione di distribuire in modo uniforme le lacrime sul bulbo oculare. Ma il loro battito, che avviene in media ogni dieci secondi, ha anche un altro scopo: protegge gli occhi da polvere e impurità. Infatti, se un corpo estraneo si attacca all’occhio, quasi sempre riusciamo a liberarcene proprio sbattendo le palpebre.

Perché ci mangiamo le unghie?

Sembra un semplice tic, ma alcuni psicologi sostengono che è un atto autodistruttivo. L’onicofagia, l’abitudine di rosicchiarsi le unghie, deriva da uno stato di ansietà al quale il soggetto reagisce inconsapevolmente con un gesto autodistruttivo, ripetitivo e irrefrenabile. E frequente nell’età compresa tra i 6 e i 18 anni, ma questo comportamento è diffuso anche nel 10 per cento circa degli studenti universitari. A seconda del grado di ansietà, le unghie possono essere appena rosicchiate oppure danneggiate. Nei casi più gravi può essere necessario ricostruire l’unghia. Nei bambini l’abitudine si scoraggia con l’uso di smalti di gusto sgradevole. Altre volte si sfrutta il senso di vanità sottolineando l’inestetismo dell’unghia rosicchiata. E sbagliato reprimere il gesto sgridando il bambino.

Aprendo lo sportello del frigorifero ci si rinfresca?

No, anzi. Al di là di un breve ed effimero sollievo, mettendosi davanti, aprire il frigorifero produce un innalzamento della temperatura della stanza. Infatti, un frigorifero è composto da tre elementi principali: il compressore, il condensatore e l’evaporatore. Il primo è un motore che comprime il gas di refrigerazione (innalzandone la temperatura) e lo spinge nel condensatore, la serpentina che sì trova sul retro del frigo. Qui il gas si raffredda, passando allo stato liquido. Infine, nell’evaporatore si espande di nuovo, così la pressione scende e il liquido ritorna allo stato gassoso raffreddandosi bruscamente (al di sotto dello zero) e sottraendo calore a ciò che si trova dentro il frigo. 

Rendimento basso. Ma se si lascia lo sportello aperto, il frigo non può raffreddare l’aria dell’ambiente se non producendo una quantità equivalente di calore. Dato che però il suo rendimento, nell’attuare questo ciclo termico, è di molto inferiore al 100 per cento, alla fine viene prodotto più calore che freddo. E quindi la temperatura si alza. Per lo stesso motivo, i compressori dei sistemi d’aria condizionata sono posizionati all’esterno delle finestre.

Il miglior mezzo dal punto di vista energetico...

Senza dubbio la bicicletta. Un km in bici “costa” infatti soltanto 27 kilojoule (KJ, unità di misura del consumo energetico), contro i 260 necessari per muoversi a piedi, i 550 per il treno e i 2.900 per l’auto a benzina. Moltiplicando questi valori per la distanza percorsa in un giorno è possibile avere un’idea del consumo totale di energia. Per esempio, una persona che abita a 4,5 km dal posto di lavoro e usa la macchina per raggiungerlo, consuma ogni giorno 26.100 KJ: quanti ne bastano per illuminare un piccolo appartamento per 1,5 giorni. La stessa distanza in bicicletta costa appena 243 KJ: quanto una doccia calda di 30 secondi.


Qual è la più strana forma di moneta?

In passato si usavano come denaro pietre sagomate, denti di balena, conchiglie, piume e persino zucchero, che però aveva il difetto di non poter essere contato. In Africa e in Asia il bestiame fu usato invece dei soldi fino a XX secolo inoltrato: per i kirghisi dell’Asia centrale i cavalli erano i “pezzi grossi”, mentre le pecore erano gli “spiccioli”. 

Moneta pesante. Ma le monete più strane sono forse quelle di pietra usate ancora oggi sull’isola di Yap (Micronesia). Sono dischi di aragonite con un diametro da 30 cm a oltre 3 metri. La pietra per “coniarle” viene importata con le piroghe da un arcipelago distante 600 km. Più sono grandi più conferiscono al proprietario ricchezza e prestigio sociale. E dato il peso nessuno si sognerebbe di rubarle. Tanto è vero che quando passano di tasca non vengono nemmeno spostate: a cambiare è solo la loro proprietà.

mercoledì 19 gennaio 2011

Quando è nato il matrimonio?

Una forma di contratto tra uomo e donna era già presente 4 mila anni fa tra i Babilonesi. Tutti i popoli conosciuti possiedono rituali sociali che sanciscono l’unione tra uomo e donna. La più antica testimonianza in proposito risale al codice di Hammurabi (1792-1750 a. C.), in cui si stabilisce che il matrimonio è valido solo se c’è un contratto “d’acquisto” (della moglie da parte del marito) scritto. Il filosofo greco Aristotele (384- 322 a. C.) riteneva che l’età ideale per il matrimonio fosse di 37 anni per l’uomo e di 18 per la donna.

Quando è nata l’usanza delle candeline ai compleanni?

L’abitudine di soffiare sulle candeline il giorno del compleanno ha avuto inizio molti secoli fa, ed è difficile identificarne con precisione le origini. Secondo alcuni, i Greci avevano usanza di offrire dolci ad Artemide, dea, fra l’altro, della Luna. Essi portavano al tempio dolci rotondi che rappresentavano appunto a Luna piena. Su questi ponevano delle candele, in modo che le torte brillassero proprio come la Luna. 

Desiderio. Si riteneva anche che il fumo potesse trasportare i desideri fino al cielo: ancora oggi molte persone esprimono un desiderio prima di soffiare sulle candeline.

Come funzionano le candeline che non si spengono?

Le due parti più importanti di una candela “normale” sono il combustibile, cera o paraffina, e lo stoppino, uno spago che assorbe la cera liquida mentre la candela brucia. Normalmente, nella parte apicale dello stoppino, c’è un tizzone ardente, abbastanza caldo da vaporizzare il combustibile, ma non abbastanza da accendere e bruciare il vapore stesso. La chiave per non fare spegnere la candela è aggiungere allo stoppino qualcosa che possa mantenere il tizzone sufficientemente caldo da funzionare da innesco del vapore. 

Metallo nascosto. Questo qualcosa in genere è polvere di magnesio, un metallo che brucia combinato all’ossigeno dell’aria. Se si spegne la fiamma, il tizzone ardente reinnesca il magnesio, che a sua volta produce il calore necessario a dar fuoco al vapore e quindi a riaccendere la candela.

Chi scoprì l’America?

Se Colombo avesse letto gli antichi Greci come Strabone o Aristotele, avrebbe saputo che nell’Atlantico, tra Europa e Asia, vi era un continente. Il più antico riferimento a questa terra (scoperta dai Cartaginesi intorno al 400 a. C.) si trova nell’opera d’Aristotele Sulle cose meravigliose, in cui si parla di una terra a molti giorni di navigazione dalle Colonne d’Ercole, in cui crescevano alberi di tutti i tipi ed era attraversata da fiumi navigabili. I Cartaginesi erano marinai audaci e organizzarono varie spedizioni nell’Atlantico, navigando in mare aperto verso ovest. 

Sbarco in Brasile? Questi viaggi li portarono forse fino alle coste settentrionali dell’America meridionale. Le autorità proibirono però altri viaggi nel nuovo mondo: temevano che i rivali Greci e Fenici se ne sarebbero impadroniti per sfruttarne le risorse.

È pericoloso usare il telefonino facendo benzina?

Può diventarlo, ma non è così semplice. Dovrebbe esserci innanzitutto una perdita di benzina, poi un cliente dovrebbe bagnarsi con il carburante e in quel momento suonare il telefono. Solo in questo caso una scintilla, generata dagli squilli del telefono, potrebbe infiammare la benzina. 

Precauzione. Il rischio è probabilmente molto remoto, ma alcune compagnie petrolifere hanno imposto che presso le proprie stazioni di rifornimento sia vietato tenere accesi i telefonini.

Perché i carcerati in passato indossavano un abito a strisce?

Per renderli più riconoscibili in caso di evasione. Grazie alla classica uniforme a strisce bianche e nere, infatti, i carcerati erano identificabili tra la folla e visibili sia in paesaggi chiari che scuri. L’uso risale alla nascita del sistema penitenziario moderno, verso la fine del XVIII secolo, negli Usa. 

Alla moda. Da tempo questa divisa era in disuso, ma oggi negli Usa le strisce (colorate) stanno tornando “di moda” perché l’uniforme adottata più di recente  di colore arancione - si confondeva con quella degli addetti alla manutenzione delle strade. In molti Paesi, tra cui l’Italia, i detenuti non hanno divise specifiche.

Da un jet supersonico la musica esce al contrario?



In linea di principio sì. Infatti, un suono si propaga nell’aria dalla fonte che lo produce sotto forma di onde, che si allontanano dalla sorgente stessa in tutte le direzioni con una certa velocità. Se la sorgente si muove a una velocità maggiore di quella del suono nella direzione di un osservatore, quando l’aereo passa sopra la testa di quest’ultimo, egli riceve prima le onde sonore emesse in quell’istante di quelle emesse quando l’aereo era ancora lontano. Quindi sente i suoni “all’incontrarlo”, cioè prima quello emesso dopo e viceversa. Mettere in pratica la cosa però è piuttosto difficile. Innanzitutto c’è il problema del “bang” supersonico, del rumore dei motori dell’aereo e, soprattutto, il fatto che se esso non smette l’emissione di suoni dopo essere passato sopra l’osservatore, i suoni emessi in allontanamento si sommerebbero a quelli emessi in avvicinamento. Risultato un gran baccano, non musica.

Perché brindando si dice cin cin?


Cin cin” è una forma italiana dell’inglese chin chin, che deriva a sua volta dal cinse ch’ing ch’ing (prego prego”). E una formula cinese di cortesia, introdotta in Europa dai marinai inglesi. In Italia è stata interpretata in modo onomatopeico, perchè simile al tintinnio dei bicchieri. E’ perciò diventata un augurio da pronunciare durante i brindisi, con il significato di “alla salute”.

Qual è l’origine della mancia?

Il vocabolo deriva probabilmente dall’antico francese manche, cioè manica, che le dame donavano nei tornei ai loro cavalieri. 

Ricambio. Successivamente, poiché i servi non ricevevano stipendio, ma vitto, alloggio e un vestito nuovo l’anno, e poiché le maniche erano le prime a consumarsi, i padroni soddisfatti iniziarono a dare una “mancia” ai propri servi perché si comprassero maniche di ricambio. Oggi la mancia è praticamente obbligatoria negli Stati Uniti e in Canada, mentre in Giappone è considerata quasi un affronto. In Italia, invece, è facoltativa.

Che cos’è il franchising?

Franchisor (impresa affiliante) e franchisee (affiliato) stipulano un accordo di collaborazione valido su tutto il territorio nazionale. Questo termine inglese vuoi dire “concessione”. Nei mondo dei commercio, con questa parola si indica il contratto sottoscritto da due aziende indipendenti in base al quale una concede all’altra, in cambio di un canone e a certe condizioni, il diritto di usare il suo nome o il suo marchio, presumibilmente più conosciuti e quindi in grado di attirare clienti, per vendere merci o servizi. 

Aggira-legge. Il franchising sarebbe nato contemporaneamente, alla fine degli anni Venti, negli Usa e in Francia. Negli Usa l’invenzione è attribuita alla General Motors. Poiché le leggi antitrust vietavano alle case automobilistiche di possedere in proprio anche la rete di vendita, la GM trovò, con la formula del franchising, il modo per legare a sé i venditori. In Francia la prima fu un’azienda produttrice di lana per lavorare a maglia, che in questo modo voleva smaltire più rapidamente le scorte di magazzino. In Italia, il primo contratto di franchising fu stipulato nel 1970 tra un grande magazzino e alcuni negozianti al dettaglio. Oggi è usato da catene di agenzie immobiliari, da grandi magazzini come Coin e Standa, da produttori come Benetton ecc.

La donna barbuta è esistita realmente?

Nel 1857, nei teatri di Londra si esibì Julia Pastrana, detta la “donna-babbuino”: aveva peli su tutto il corpo e una folta barba che le incoronava il mento, al termine di una prominente mascella. Il suo impresario (e marito) disse che era stata trovata abbandonata, ancora neonata, in una remota regione desertica dell’America. Alcuni naturalisti pensarono fosse l’anello mancante tra le scimmie e la specie umana, previsto dalla teoria dell’evoluzione che Darwin cominciava a proporre in quegli anni. Malata. In realtà Julia era un esempio di persona affetta da una rara forma di ipertricosi, che in alcuni casi è accompagnata da malformazioni del viso. Morì di parto nel 1860, e il suo minuto corpo (era alta solo 135 cm) venne imbalsamato. Solo da pochi decenni non viene più esibito e riposa nell’Istituto di medicina legale di Oslo.

Perché i pirati buttavano in mare i prigionieri dai trampolini?

In realtà questa è un’immagine inventata e tramandataci dagli illustratori dei primi del Novecento. Le voci sulle violenze e le torture di Barbanera e degli altri protagonisti della filibusta si diffusero solo dopo la fine dell’epoca d’oro dei pirati, con le prime opere storico-narrative su di loro, tra cui una Storia generale delle rapine e degli assassinii dei pirati più noti (1724) attribuita a Daniel Defoe, l’autore di Robinson Crusoe. Le poche certezze sulle abitudini della filibusta in materia di nemici ci vengono però dai verbali dei processi per pirateria. I bucanieri frustavano i prigionieri, li abbandonavano su isole inospitali e spesso li gettavano fuoribordo. Ma non si parla mai di prigionieri spinti su trampolini verso le fauci degli squali.

Perché le scale nei castelli salgono sempre in senso orario?

I castelli sono sempre stati costruiti con lo scopo di difendere gli occupanti da possibili attacchi nemici. Anche le scale rispondono a questo requisito. Poiché la maggior parte delle persone utilizza principalmente la mano destra, gli attaccanti salendo le scale in senso orario si trovavano il pilone centrale dalla parte del braccio che brandiva la spada; quindi in condizioni di disagio. Viceversa i difensori, che attendevano in cima alle scale, avevano un angolo di visuale e di manovra più ampio. Non a caso, negli attacchi gli spadaccini mancini erano molto apprezzati e ricercati.

Perché il primo giorno di aprile è dedicato agli scherzi?

Fino al XVI secolo, in Francia, il primo giorno dell’anno era il 25 marzo. I festeggiamenti culminavano il 1° aprile con banchetti e scambi di doni. Nel 1564 re Carlo IX decise di adottare il calendario gregoriano, e di spostare il capodanno al 1° gennaio. Ma alcuni sudditi non accettarono il cambiamento. Ben presto i loro concittadini iniziarono a sbeffeggiare l’usanza e ogni anno, in occasione del 10 aprile, inviavano ai “tradizionalisti” regali burla o li invitavano a feste fantasma.

Pesci. Poiché in quel periodo dell’anno il Sole abbandona il segno zodiacale dei pesci, le vittime degli scherzi furono chiamate “pesci d’aprile”.

Come è nato il simbolo &?



La & (“e” commerciale) deriva dall’unione delle due lettere della congiunzione latina et. Uno dei primi esempi di & apparve su un papiro risalente al 45 d. C., che mostra la legatura delle lettere maiuscole E e T. Anche sui graffiti di Pompei (79 d. C.) appare la stessa combinazione. Documenti posteriori, redatti in corsivo, mostrano invece la legatura delle minuscole. 

Stenografia. Inizialmente l’unione di queste due lettere era solo un modo per scrivere più velocemente ma, col tempo, questa combinazione iniziò a somigliare a un simbolo: nell’Alto Medioevo, la legatura era ormai un elemento fisso della scrittura.

Si può muovere un oggetto col pensiero?

Da qualche anno a questa parte sì. Oggi esistono tecnologie che sfruttano proprio la “forza del pensiero” per aiutare persone paralizzate a comunicare o a compiere determinate azioni. Per esempio, nel 1999 Niels Birbaumer, dell’Università di Tubinga (Germania), è riuscito a interagire con malati incapaci di muovere qualsiasi muscolo (lingua e muscoli oculari compresi, a causa di una lesione delle vie motorie), trasformando i potenziali elettrici della loro corteccia motoria (attivati appunto durante il pensiero) in un codice di comunicazione. Più di recente Richard Andersen, del California Institute of technology (Usa), ha utilizzato una tecnica analoga sulle scimmie, impiantando elettrodi nella loro corteccia parietale (il “centro” che si attiva quando si progetta di fare qualcosa) e riuscendo a prevederne le azioni. Il prossimo passaggio, ha annunciato, sarà impiantare elettrodi nella corteccia cerebrale di persone paralizzate, decodificare i loro pensieri e tradurli in movimenti. Un altro filone di ricerca sfrutta le onde elettromagnetiche cerebrali, che vengono interpretate da una macchina per la risonanza magnetica nucleare attraverso software molto raffinati. Con questa tecnologia Rainer Goebe J, neuroscienziato dell’Università di Maastricht, ha inventato un videogioco (una partita di ping-pong) in cui i protagonisti sono mossi dai “pensieri” dei giocatori.

Se bevo un litro aumento di un kg?

La correlazione tra il peso di ciò che si mangia e l’aumento di peso corporeo a fine pasto è valida solo nei primi mesi di vita: se un lattante di 5 kg mangia 250 g di latte, alla fine della poppata peserà circa 5.250 g. Ciò avviene perché il neonato è quasi immobile, consuma poche energie e, assumendo solo liquidi, mette in moto processi digestivi limitati. Per un adulto, invece, l’aumento di peso alla fine del pasto deve essere approssimato per difetto. Anche mangiando, infatti, si con- stimano calorie, per esempio attraverso la masticazione e l’attivazione dei meccanismi della digestione. I parametri variano da persona a persona (peso e ampiezza della superficie corporea) e a seconda della situazione (movimento e temperatura ambientale per la traspirazione). In linea di massima, salendo sulla bilancia dopo aver mangiato 500 g di pasta, si potrebbe notare un incremento di 350/400 g circa. 
Effimero. Tale aumento dura comunque poco tempo, perché parte dell’acqua contenuta nel cibo viene eliminata subito con l’urina mentre soltanto i nutrienti, soprattutto i grassi, determinano il reale aumento di peso.

Perché si dice che rompere uno specchio porti sfortuna?


Già prima dell’invenzione dello specchio si riteneva che ogni superficie riflettente fosse dotata di proprietà magiche. L’uomo preistorico che vedeva la propria immagine riflessa nell’acqua di un lago o di uno stagno poteva pensare che si trattasse di un altro sé. Di conseguenza, qualunque disturbo arrecato al riflesso poteva significare un pericolo per la propria salute. La credenza si rinforzò con l’arrivo degli specchi: qui, vedendo la propria immagine distorta e spezzata nei frammenti di uno specchio rotto, diventava anche più facile credere a possibili conseguenze negative. 
Sette anni. Furono gli antichi Romani a decidere che uno specchio rotto avrebbe causato 7 anni di guai: esisteva infatti all’epoca una credenza secondo cui la vita si rinnoverebbe ogni 7 anni. Poiché uno specchio rotto significava che la salute era stata spezzata, si concluse che sarebbero stati necessari 7 anni prima di tornare sani come prima.